“Esiste a Lisbona un piccolo numero di osterie o ristorantini ove, sopra uno spaccio da dignitosa mescita di vini, si erge un mezzanino dall’aspetto rustico e casalingo, sul tipo dei ristoranti di certe cittadine dove la ferrovia non arriva. In quei mezzanini in cui, esclusa la domenica, gli avventori sono rari, è frequente incontrare tipi curiosi, poveri diavoli, visi senza interesse, gente che vive ai margini della vita”
Fernando Pessoa, Il libro dell’inquietudine di Bernardo Soares
Per capire una città, un paese, per coglierne i segreti non c’è di meglio che scorrere qualche pagina di un autore come Pessoa, caposaldo della letteratura del Novecento. Possiamo partire da rua dos Duradores, poi rua da Prata, rua dos Sapateiros, rua da Ouro, le vie ortogonali della Baixa pombalina, il cuore della città moderna, attribuite ciascuna a una professione, frutto della ricostruzione seguita allo spaventoso terremoto del 1755.
Cuore che comincia con la monumentale Praça do commercio (Terreiro do Paço) affacciata sul Tago e contornata da palazzi e portici, adibiti a uffici pubblici, con la centrale rua Augusta che inizia sotto lo splendido arco di trionfo e termina al Rossio (la praça Don Pedro IV), piazza simbolo di Lisbona, contornata da caffè e pasticcerie e centro di riunione degli immigrati dalle ex-colonie, con la vicina praça Figueira con a nord il teatro National. Bene: a fianco del teatro cominciano da un lato la stretta rua Porta do Santo Antonio (un susseguirsi di ristoranti di pesce e crostacei); dall’altro la praça dos Restauradores chiusa anche dalla stazione centrale, edificio di fine Ottocento, in stile neo manuelino, con una notevole facciata. Dalla piazza parte il più ampio viale alberato di Lisbona, l’avenida da Libertade,lungo 1.500 metri, fino a praça Marques de Pombal, dominata dal parco Eduardo VII. A est della Baixa troviamo la cattedrale sé Patriarcal, in forme romaniche e più a nord il castello Santo Jorge, fortificazione di origine visigota con poderose mura merlate, torrioni, più volte restaurata. Entrambi sono nel quartiere Alfama, il più vecchio nucleo cittadino, un dedalo di stradine intricatissime, di piccoli giardini, case antiche, un saliscendi di scalinate tortuose, quasi una kasbah moresca. Passeggiare per Alfama è come fare un salto nel tempo di almeno 7 secoli. Alla base del quartiere, quasi sul Tago, troverete una successione di negozi e magazzini per la vendita del baccalà in una varietà incredibile di tipi e aromi fortissimi che non si possono immaginare.
L’altro quartiere che ben conserva l’essenza storica della città è il Bairro Alto: viuzze arroccate sulla collina, oggi il quartiere più nottambulo, pieno di locali alla moda, ma anche con la chiesa di S.Rocco. Per evitare due fra le faticose salite per giungere al Bairro, si può prendere l’elevador (tram a cremagliera), che parte da praça dos Restauradores e raggiunge il cuore del quartiere; rua S .Pedro de Alcantara è uno splendido balcone sulla città con una sontuosa vista sul castello S.Jorge; e accanto è d’obbligo una visita al Solar dos Vinhos do Porto, dove resterete senza parole per i circa 300 tipi di porto. Abbiate o no molto tempo da dedicare a Lisbona, un’escursione quasi obbligatoria è il viaggio sul tram a rotaie (electrico): attraverso un saliscendi di vie strettissime intercalate da ampie piazze, porta da Estrela a Graça attraverso Bairro Alto, Baixa e Alfama.
È tempo di ricordare il passato, un grandissimo passato, al quartiere di Belem dove in uno spazio relativamente ridotto si concentrano i monumenti che richiamano le grandi scoperte, l’impero, la fusione della cultura portoghese con quella dei continenti raggiunti dai navigatori. Museo della marina, di archeologia, etnologico, delle carrozze, palazzo di Ajuda, il moderno Padrao dos Descobrimentos (eretto nel 1960 per commemorare i 500 anni della morte di Enrico il navigatore). Poi si arriva al capolavoro con i Mosteiro dos Jeronimos, chiesa a doppio chiostro in stile manuelino, una fra le più belle opere del Portogallo e, con la torre di Belem, simbolo di Lisbona.
[suggestioni di viaggio di Guglielmo Strada]